Procedo con la mia libreria horror e arrivo a questo piccolo libro, una bella storia che però non mi ha entusiasmata tantissimo. Personalmente non lo definirei un libro di questo genere, ma più uno drammatico con sfumature d’horror.
Il protagonista, Neville, si sveglia tutte le mattine e controlla se le sue misure di protezione hanno resistito durante la notte e risistema qualsiasi cosa vede fuori posto. All’inizio non si capisce bene da chi si difenda o cosa, usa protezioni tipo aglio, assi contro le finestre, e altre misure. Tutto fa sembrare che si parli di vampiri, definiti nel libro come “quelli”.
“Quelli” lanciano sassi contro le finestre e “quelle” si mettono nude per attirare il nostro personaggio fuori dalla sua tana.
In questo libro tutto ciò che sapevamo sui vampiri viene mostrato come se fossero “storie inventate”.
Non potersi muovere dopo il tramonto e sentire per tutta la notte le grida di quegli esseri lo spinge a fare delle ricerche per capire come è arrivata l’umanità a quel punto. Si faceva tante domande anche sulle cose che davano fastidio ai vampiri, tipo l’odore dell’aglio, la luce del sole, i paletti, e si chiedeva “da cosa” si difendeva.
Inizia una ricerca che dura molto. Si demoralizza e si perde nell’alcool, un po per la perdita delle persone care, un po per la solitudine. Quando si mette d’impegno capisce che il “vampirismo” era prodotto da un virus e anche che c’erano vampiri vivi e vampiri morti. Purtroppo non riesce a comprendere come può salvare l’umanità da questa mallattia che lui ha chiamato “vampiris”.
Dopo otto mesi dopo l’ultima vittima dell’epidemia appare un cane che risveglia tante speranze nel protagonista. Per un mese si prende cura di questo essere senza riuscire ad avvicinarlo, ma è un rapporto che è destinato a non durare.
Per quanto è interessante questo libro, per tanto è scritto con una narrattiva lenta… Lo scrittore ha messo poca suspense nel descrivere la vita quotidiana del personaggio, pochi momenti culminanti e quando arriva il capitolo nella vita di Neville che si può definire più interessante, finisce in tragedia…
Dopo quasi tre anni dall’arrivo della malattia, Neville incontra una donna. La sua apparizione provoca tante speranze accompagnate da dubbi, sia nel cuore che nella testa di Neville. Torna tutto di nuovo interessante, c’è una bella descrizione delle emozioni positive e negative di tutti e due i personaggi, la modalità di conoscersi e avvicinarsi, ma come è ovvio anche questa storia non ha un lieto fine. Tuttavia, grazie alla ragazza, in nostro eroe solitario scopre la cura contro il “vampiris” e si illude che qualcosa può cambiare e che potrebbe liberare il mondo dal virus.
Arrivato alla fine, però, Robert Neville si rende conto che non è più questione di salvare l’umanità, il perché scopritelo voi!
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